27 settembre

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Il nuovo governo italiano di centro-destra sarà rilevante sulla scena globale?

Da Mauro Casarotto

27 settembre 2022


Questa sera, come ampiamente previsto dai sondaggi e da vari esperti, la coalizione di partiti di centrodestra guidata da Giorgia Meloni ha stravinto le elezioni politiche italiane, ottenendo ampie maggioranze in entrambe le camere del Parlamento.

Entro la fine di ottobre, come previsto dalla Costituzione italiana, il Presidente Sergio Mattarella nominerà Giorgia Meloni come Primo Ministro. La Meloni sarà, a 45 anni, il primo Presidente del Consiglio donna in Italia.

Fratelli d'Italia, il partito da lei fondato nel 2012 dopo una scissione da Forza Italia di Silvio Berlusconi, raccoglie l'eredità dei partiti post-fascisti.

Per decenni i post-fascisti sono stati una minoranza nel Parlamento italiano ma, nel 1994, hanno stretto un'alleanza con la coalizione di centro-destra guidata prima da Silvio Berlusconi e poi da Matteo Salvini. Questa alleanza è rimasta congelata tra il 2018 e oggi, da quando sono stati formati due governi (Conte e Draghi) che includevano forze di centrodestra: La Lega di Salvini nel primo governo Conte e Forza Italia di Salvini e Berlusconi nel governo Draghi. Durante questo periodo, Fratelli d'Italia ha deciso di rimanere all'opposizione.

Grazie all'alleanza di centro-destra, una giovanissima Giorgia Meloni divenne, tra il 2008 e il 2011, ministro della Gioventù e dello Sport sotto il governo Berlusconi. Da quel momento Meloni non ha più ricoperto alcun altro ruolo nell'esecutivo.

Il simbolo della "fiamma tricolore" di Fratelli d'Italia, la cui genesi è controversa e poco chiara, è ritenuto da molti una rappresentazione della fiaccola sulla tomba di Benito Mussolini nel suo paese natale, Predappio.

Fratelli d'Italia si conforma come uno dei consolidati partiti populisti di destra europei: estremamente difensivo nei confronti degli immigrati, aderente alle dottrine religiose tradizionali, contrario alla legalizzazione della cannabis e dell'eutanasia, contrario alle unioni civili/matrimoni per le coppie omosessuali, critico nei confronti del diritto all'aborto, legato al movimento di Steve Bannon, Donald Trump, Orbàn, Le Pen, e con un recentissimo passato di vicinanza a Putin, condiviso con gli alleati Salvini e Berlusconi.

Sulla scia di quanto sta accadendo in altri Paesi europei, anche l'Italia conferma un calo dell'affluenza alle urne, scesa a 64%, rispetto ai 73% delle ultime elezioni politiche. Si conferma anche la volatilità dei voti, che si spostano rapidamente da un partito all'altro. Fratelli d'Italia passa infatti dai 4% del 2018 ai 25% di oggi.

Cosa ci si aspetta che accada ora?

In previsione di una probabile vittoria con conseguente nomina a primo ministro, la campagna della Meloni si è moderata, smorzando alcuni dei suoi toni più accesi e classici. In particolare, le posizioni sovraniste e le critiche alle istituzioni europee non sono state tra i temi emersi nella campagna elettorale della Meloni.

La Meloni sa che sta prendendo in mano le redini di un Paese con crescenti difficoltà economiche, che si sta avviando verso un inverno di forti aumenti delle tariffe energetiche, dei costi delle materie prime e dell'inflazione.

È improbabile che la Meloni possa spostare significativamente il posizionamento internazionale dell'Italia, considerando 1) quanto il Paese avrà bisogno dei fondi dell'Unione Europea per non essere travolto dagli effetti della crisi di Covid19 e della guerra in Ucraina e 2) che ha ancora bisogno del sostegno del partito Forza Italia che sembra rimanere saldamente ancorato alla NATO e all'UE.

Ci si può aspettare, come risultato del protagonismo di Fratelli d'Italia nella coalizione di centro-destra, un atteggiamento più freddo del futuro governo italiano nei confronti delle istituzioni europee e della NATO, probabilmente sollecitando un compromesso con Putin.

Tuttavia, la sensazione è che le decisioni cruciali di questo momento storico non saranno prese a Roma, né a Berlino, Parigi, Madrid o Bruxelles, ma a Mosca, Pechino e Washington. In queste tre capitali si deciderà se nei prossimi mesi ci sarà più o meno guerra e che tipo di guerra sarà.

L'Unione Europea si sta rivelando sempre più un insieme di Paesi le cui istituzioni intergovernative rappresentano un accumulo di interessi nazionali e/o di parte, incapaci di definire una politica estera comune e tanto meno un posizionamento strategico coerente.

Questo stato di cose, alias la scarsa rilevanza dei Paesi europei nella politica internazionale, non potrà cambiare a meno che i Paesi europei non compiano il passo storico di smettere di usare i trattati intergovernativi per raggiungere l'unità nel loro continente, come hanno fatto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in poi, e costruire invece un'unione federale con una vera e propria costituzione federale.[1].

Basti pensare che, in Italia, la coalizione di centrodestra che governerà il Paese ha raggiunto il 44% dei voti, compresi quelli delle forze non sovraniste, soprattutto grazie al fatto che un terzo dei seggi è assegnato con il sistema first-past-the-post. Il successo di Giorgia Meloni non significa che la maggioranza degli italiani sia contraria a una vera e propria federazione europea, se comprende che questa 1) supererebbe i problemi istituzionali, l'inefficienza e l'incapacità politica dell'UE, mentre 2) manterrebbe l'autonomia, le tradizioni, le istituzioni e le peculiarità di ogni Stato membro.

Una forte autonomia federale con poteri decisionali su un insieme limitato di interessi comuni e piena autonomia su tutte le altre questioni: questo è esattamente il modo in cui funzionano le federazioni veramente costruite (Stati Uniti, Canada, Australia, Svizzera, Austria, Germania e altri).

Il futuro politico europeo sarà federale o sarà di divisione e irrilevanza. Dove prevalgono divisione e irrilevanza, crescono delusione e populismo. In Italia e in altri Paesi.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Swedish Debutto liberale il 26 settembreth, 2022. 

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